....Testimonianze
...1. Alla Triennale in mostra il- .......teatro cinese
...2. L'opera del villaggio......... ......(Lu Hsun)
...3. Le mie opere preferite...... ......(Mei Lanfang)
...4. L'ambiguo incontro: la...... .......Signora e l'attore dan,,,,,,, ,,,,,,,(Rosanna Pilone)
...5. Marionette e teatro delle... ......,ombre
...6. I luoghi scenici nel.tempo
...7. Musica e strumenti........... .......musicali (Yu Weijie)
...8. Il teatro cinese e quello..... ......occidentale: due tecniche.. ......contrastanti....................... .....,(Huang Zuolin)
...9. Goldoni in Cina................ ,,,,,,,(Yu Weijie)
Marionette e teatro delle ombre

Possiamo far risalire l’origine del teatro delle marionette in Cina al periodo Xia (2000 a.C. circa), quando era in uso, durante le cerimonie funebri di qualche personaggio importante, seppellire con lui alcuni schiavi vivi, che lo avrebbero accompagnato e seguito nel viaggio dell’oltretomba. Fu proprio per modificare questo rituale, considerato troppo macabro, che si cominciarono a fabbricare dei pupazzi di paglia, con sembianze umane, che ricoprivano il ruolo degli schiavi.
Con la fine dei Zhou, verso il 300 a.C., i pupazzi vennero sostituiti da sculture di legno, le stesse che verranno impiegate, con l’avvento degli Han, per fini ludici durante gli spettacoli di corte per imitare i movimenti umani in quello che ben presto divenne il vero e proprio teatro delle marionette, le cui rappresentazioni cominciarono gradualmente a seguire una trama definita.
Il successo fu rapido soprattutto a livello popolare, con la conseguente nascita di varie forme di rappresentazione e tipi di marionette, tra le quali le più conosciute erano quelle che venivano mosse con tre bastoncini, o con dei fili, legati alla marionetta stessa.
Le marionette personificavano, solitamente, personaggi appartenenti alle opere del teatro tradizionale cinese, del quale rispettavano le convenzioni recitative e i movimenti, nonché la divisione in ruoli-tipo e lo stile dei costumi.
I marionettisti, che ebbero maggior successo nelle aree rurali essendo i città troppo forte la concorrenza di stili teatrali più raffinati, erano spesso attori, che ben conoscevano le regole del teatro tradizionale e sapevano cantare le melodie di accompagnamento.
Le marionette mosse con otto fili permettevano una maggior varietà di movimenti, rendendo la rappresentazione più compiuta ed elegante, tanto da ottenere un buon successo anche a corte fino alla fine dell’Ottocento, periodo in cui l’imperatrice Cixi amava chiamare a palazzo famosi attori dell’opera di Pechino per accompagnare le marionette col canto e la recitazione del testo.

L’origine del teatro delle ombre è legata a una leggenda che narra di come un imperatore della dinastia Han, disperato per la prematura scomparsa della sua concubina prediletta, venne soccorso da un monaco taoista che promise al sovrano di riportare in vita la giovane. Fece muovere l’immaginaria fanciulla dietro una tenda illuminata da una candela, mentre l’imperatore si rallegrava di poter rivedere almeno l’ombra della sua amata.
Questo tipo di teatro venne introdotto a corte durante il regno Ming (1300 circa), destando grande interesse perché creava una netta separazione fra attori e pubblico, cosa assai gradita in un’epoca di forte moralismo, in cui soprattutto le attrici non dovevano mostrarsi.
I pupazzi dei quali ci si serviva erano fatti di pelle d’asino e di pecora e venivano immersi nell’olio per renderli trasparenti prima di essere ritagliati in varie forme.
Venivano mossi da attori per mezzo di tre bacchette e dietro un panno bianco illuminato dall’alto; ogni attore poteva muovere fino a sei pupazzi alla volta.
La peculiarità di questo teatro, rispetto a quello delle marionette, era quella di poter offrire allo spettatore una visione tridimensionale dello spazio, caratterizzando maggiormente i personaggi attraverso movimenti eseguiti in base a un ritmo ben preciso.
Da Teatro cinese, cit.